Oltre 2,5 milioni di dispositivi da ritirare, utenti esortati a spegnere e non ricaricare il phablet, rimborso per tutti gli acquisti
Anche a chi non segue le notizie di tecnologia o notizie in genere, sarà finora giunta voce degli smartphone che prendono fuoco ed esplodono. Si tratta dell’ormai famigerato modello di punta della Samsung, il Galaxy Note7, proclamato un gioiello di tecnologia e lo smartphone più sofisticato sul mercato, che a seguito di diverse segnalazioni di surriscaldamento ed esplosione della batteria, trascorso neanche un mese dal suo lancio, ha visto le vendite sospese il 2 settembre, il che è stato accompagnato da un programma di richiamo e sostituzione dei dispositivi difettosi.
Sfortunatamente, anche per i dispositivi di sostituzione proclamati sicuri dalla Samsung hanno iniziato presto ad emergere notizie di nuove combustioni, il che ha portato la Samsung in data 11 ottobre ad annunciare ufficialmente lo stop definitivo per la produzione e le vendite dello sventurato phablet. Segue la campagna di ritiro e il rimborso dei clienti che hanno acquistato il dispositivo.
Si tratta veramente di un duro colpo per il gigante coreano, non solo in senso economico ma soprattutto per la sua immagine e la fiducia dei clienti. Sulla borsa di Seul il titolo crolla dell’8 percento, e le perdite si calcolano in miliardi di dollari, 17 secondo il Wall Street Journal. Magra consolazione che un problema simile con la batteria sia già capitato in passato ad altre compagnie, come nel caso di certi modelli del pc portatile Sony Vaio.
Il comunicato ufficiale della Samsung sulla pagina note7exchange ribadisce il loro impegno a garantire la massima sicurezza per i consumatori, e cita questa come la ragione per il blocco totale delle vendite in tutto il mondo (si stima che il difetto colpisca ‘solo’ una su 42000 unità). Viene spiegata anche la procedura per la restituzione ed il rimborso del Galaxy Note7, che sul mercato italiano non è stato ufficialmente messo in vendita, non contando le circa 4000 unità in preordine, delle quali poco meno della metà sono arrivate agli utenti, i quali hanno a disposizione il numero verde dedicato 800025520.
Perché prendono fuoco le batterie?
Le batterie a ioni di litio sono delle batterie ricaricabili che usano un catodo di ioni positivi, e un anodo, carico di ioni negativi. Gli ioni viaggiano in una direzione quando si la batteria si utilizza e in direzione opposta quando si carica. I due conduttori non dovrebbero mai venire in contatto, e le batterie sono equipaggiate di appositi schermi separatori per prevenirlo. Il funzionamento di queste batterie produce calore, e caricandole troppo, o caricandole troppo rapidamente si può causarne il surriscaldamento e l’esplosione.
La Samsung dice che queste parti, che non dovrebbero mai toccarsi, giungono in contatto per un errore rarissimo nel processo di produzione. Fatto sta che i produttori si battono per offrire la performance migliore per i loro prodotti di nuova generazione, e questa competizione volta ad allungare la vita delle batterie e renderne la ricarica ancor più rapida in un involucro sempre più sottile, può avere conseguenze inaspettate.
Il punto chiave – La sicurezza
Questo scandalo ha messo in rilievo la problematica della sicurezza delle batterie, e sarà causa di pressione su tutti i produttori di smartphone a prestare maggiore attenzione alla sicurezza dell’utente nella corsa per le migliori prestazioni e funzionalità dei loro prodotti.